Dormi, mangia, produci

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L’attuale fase di Capitalismo che stiamo vivendo ci ha resi automi. Camminiamo con lo sguardo vuoto, con la mente che elabora solo un pensiero per volta e il più delle volte con una visione limitata al singolo accadimento. Potremmo guardarci negli occhi, ma la testa si china al potere, ci svuotiamo della nostra identità, indossiamo una divisa (a volte ci lasciano indossare anche la targhetta col nostro nome, ma è solo una parvenza di mantenimento della propria identità), ci passano il messaggio che lo fanno per metterci tutti allo stesso piano, ci trattano allo stesso modo, sì, come servetti che devono ringraziare di avere la possibilità di avere quel che ci danno: un lavoro. Dovremmo essergli grati, loro, con la camicia, manager, loro che ti ammaliano e si fingono amichevoli e disponibili a venire incontro alle esigenze del personale, a parole, ma che nei fatti, se solo ti azzardi a sprecare 30 secondi del preziosissimo turno di lavoro per dissetarti, hai già mandato in rovina l’azienda, hai fatto calare la produttività. Produci, produci, produci. Non azzardarti ad alzare la cresta, tu devi stare al tuo posto. Se non lo fai non sei una persona adeguata a quel lavoro. Metti in dubbio il sistema e loro ti dicono che non è il sistema che non va, sei tu che sei sbagliato/a. Corri, corri, corri, non puoi fermarti. Se solo fai notare che il tuo turno è finito, loro te la raccontano che devi sacrificarti per l’azienda perché i loro risultati sono anche i tuoi. Tante belle favolette che forse possono piacere agli appena ventenni o poco più, quelli che hanno appena cominciato ad assaporare l’indipendenza, l’autonomia, che accettano qualsiasi giustificazione gli venga propinata dall’autorità. Piccoli manichini inermi, ingenui, privi di difese e di adeguata istruzione/esperienza, per potersi difendere dagli attacchi subdoli di manager col sorriso. Manager che si creano dal nulla, ficcando in testa dati su dati, statistiche che dovrebbero rappresentare la realtà che è più utile all’azienda, senza mai mettere in dubbio le informazioni provenienti dall’autorità. Ti promettono una carriera, si insinuano nella tua mente garantendoti traguardi ambiziosi solamente allo scopo di farti “sgobbare” e fartelo piacere. Come ogni cosa possiede i suoi aspetti positivi e negativi, anche chi sfrutta le conoscenze della psicologia può scegliere se avere buone e cattive intenzioni verso l’umanità. Vedo simili che aggrediscono e svalutano altri simili, che non empatizzano perché troppo egocentrati e distaccati, dormienti e anestetizzati. Mi rende triste. “Non ti aiuto, sei un peso e sono abbastanza carico/a di mio!”. Sei lento/a, ti fermi a pensare, a chiedere, a riflettere sulle tue azioni. “Non sei pagato/a per pensare”. Oltre a tutto questo, pretendiamo che gli altri ci ascoltino e non siamo disposti ad ascoltare loro. Perché abbiamo già le nostre convinzioni e le nostre risposte preconfezionate. In tutto questo, l’osservatore esterno, il cliente, che in quel momento ha sufficiente lucidità per cogliere ciò che sta avvenendo sotto ai suoi occhi, si scandalizza e per un attimo si dimentica che questo potrebbe accadere anche a lui. Lunedì, martedì, mercoledì…tutta la settimana o solo qualche giorno, a testa china, chi 8 ore, chi meno, chi con promesse e garanzie, chi con la flessibiltà o una promettente carriera, ma sempre chini, a ripetizione, di settimana in settimana, di giorno in giorno prigionieri di una routine. Dormi, mangia, produci, ripeti. Siamo una specie dormiente. Siamo gli unici sul pianeta a dover pagare per vivere. Ci consideriamo intelligenti per questo… E ci si inventa sempre nuove forme di contratto che chi sta in basso deve accettare se vuole “campare”. L’ultima nuova frontiera delle beffe è la prestazione occasionale per mezzo di Voucher che non dà diritto a malattia, infortunio e cose così, una sorta di contratto a chiamata, per mezzo del quale ti potrebbe capitare di farti 8 ore un giorno e il resto della settimana a casa. Ci siamo dimenticati dei nostri diritti, di coloro che per ottenerli hanno dato la vita, siamo privi di memoria.

Firma VioletPunk piccolo

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